27 novembre 2007 Seriate, Auditorium Gavazzeni
Il Viaggio, il concerto, le risate, la C2 e…andate piano!
Lungo la strada per Seriate la nebbia avvolge il paesaggio tagliato in due dall’autostrada.

Il sole riesce comunque a trafiggere i banchi illuminando gli alberi di un intenso giallo dorato.
Qualche rallentamento fra Incisa e Firenze sud, poi il tratto appenninico con gli autotreni incolonnati e il sole a illuminare la mattinata.

Arriviamo a Bergamo (dove abbiamo prenotato l’albergo) nel primo pomeriggio. Sono emozionata, un’emozione forte che non riesco a trattenere. E subito mi tradisco cercando di aprire la stanza dell’albergo con le chiavi della macchina (?!?!?!)
Lasciamo i bagagli e ci dirigiamo senza indugi verso Seriate, che dista circa cinque chilometri da Bergamo.
Nel frattempo cominciano a squillare i telefoni: “dove siete?”, “io sono in treno, ma porta ritardo”, “noi partiamo fra poco”, “Carla è arrivata?”. Tra sms e telefonate sembriamo il centralino della Sip (ops, Telecom… scusate, stavo pensando ad Animali d’America)
Alle 15,30 arriviamo al Cineteatro. Grazie TomTom, non sbagli un colpo! Sì, è vero, qualche volta mi hai mandata per campi, ma forse è solo la tua vena bucolica… e comunque trovi sempre il modo per farti perdonare 🙂

Esattamente nell’attimo in cui scendiamo dalla macchina appena parcheggiata vediamo arrivare Carla che ci saluta con uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Il sorriso di Carla è un caldo abbraccio, un tepore dell’anima, un sorriso sincero… gli occhi non mentono…
Il pomeriggio scorre e di lì a poco ci raggiunge Davide con il quale facciamo una sosta-rifocillamento in un bar della zona.
Il sole è ormai tramontato e il freddo si fa sentire mentre stazioniamo davanti al teatro per difendere la nostra postazione (i biglietti non sono numerati…, a proposito, vorrei lanciare una campagna a favore della numerazione dei posti in teatro, almeno d’inverno!).
Pian piano arrivano tutti gli altri (non vi elenco tutti, altrimenti mi sentirei un po’ Pagine Bianche, tanto voi che leggerete questa breve cronaca vi riconoscerete come parte integrante del racconto.
Ci spostiamo nell’atrio del teatro dove la temperatura è decisamente gradevole. Mi sento nervosa…Un’emozione palpabile si impossessa di me… Gli amici mi parlano ed io sono assente. Mi chiudo nel silenzio che precede il concerto, ne ho bisogno, per ascoltare fino in fondo le mie emozioni.
Entriamo finalmente in teatro… la prima fila è nostra, anche questa volta ce l’abbiamo fatta!
Prima del concerto, grazie a Paoletta e Alessia, ho l’opportunità di conoscere di persona Susanna Parigi, un’artista che apprezzo moltissimo e che si rivela tanto semplice quanto grande artisticamente.
Il buio scende in sala…. All’apertura del sipario un’aria fredda ci colpisce in viso e fa da contrasto al calore intenso delle nostre emozioni.
Dopo una breve introduzione strumentale Carla entra in scena accolta da un caldo applauso.
Il concerto si apre con Un Blasfemo… poi tutti gli altri brani ascoltati a Taranto. Rispetto al concerto di Taranto si avverte una maggiore complicità fra Carla, Alberto e Massimo.
Un concerto intenso, scandito dalla poesia di Carla e dalla risposta entusiasta del pubblico. E’ quella che amo definire Comunicazione allo stato puro: nessun velo si frappone fra le le emozioni che si sprigionano dal palco e quelle che scaturiscono dai nostri cuori, dalla nostra fame di poesia.
E le emozioni più intense ce le offrono due brani che Carla interpreta come solo lei può fare: Col tempo e Il sole nella pioggia. Sento su di me il dolore e la nostalgia, il rimpianto e la solitudine. Sento la pioggia bagnare il viso e il sole rischiarare il mare.
Tante vibrazioni, tanti applausi e acclamazioni, anche stasera. Alla fine il pubblico è tutto in piedi…


…quel pubblico che la ama e che l’aspetterà silenzioso dopo il concerto… per dirle ancora grazie, grazie di esserci…
E’ tardi, sono le 23 passate e decidiamo di cercare una pizzeria. Non mangiamo mai prima dei concerti, per restare in contatto più diretto con le emozioni. Poi, dopo i concerti, la fame si fa sentire all’improvviso.
Ma…momento di panico… la mia piccola c2 non ne vuole sapere di mettersi in moto! Proviamo e riproviamo, ma niente da fare, è morta. Ok, effettivamente Carla ci aveva detto di andare piano, ma non di restare fermi a Seriate! Maurone e Fabio si offrono di spingere l’auto per tentare un’accensione forzata, ma nonostante gli sforzi profusi, la piccola bastarda si rifiuta di mettersi in moto. Spinta dal mio pessimismo cosmico che solo la mitica Marina riesce a placare immagino scene apocalittiche… La piccola c2 il giorno dopo dovrebbe portarci a casa: 550 chilometri!
Alla fine decidiamo di spingere la mia “simpatica” macchinina in un parcheggio e di andare a cena. Alla c2 penseremo dopo, ora pensiamo a divertirci e a festeggiare il compleanno di Marina fra risate, foto e brindisi.








Verso l’una di notte riproviamo a far partire l’auto, ma niente da fare. Che sia finita la benzina? In fondo di chilometri ne abbiamo fatti e anche il pieno prima o poi si svuota… Così decidiamo di cercare un distributore.
Marina tira fuori dalla sua auto l’occorrente per il rifornimento e poi insieme a me e Sandra schizza via verso un distributore.

Dovete sapere che l’auto di Marina è meglio della borsa magica di Mary Poppins… ci si trova di tutto, dal temperino, alla bottiglia di spumante alla provvidenziale tanica in plastica!
Silvia documenta tutta l’avventura con la macchina fotografica, mentre i signori maschietti presenti, dopo il fallito tentativo di far resuscitare la c2 a spinte, tornano alla loro naturale indole e si limitano al… nulla!
(ma dove sono gli uomini di una volta? quelli che non dovevano chiedere mai, per intenderci…)
Anzi, no! Fabio se ne esce con questa frase, giudicate voi…: “Non si capisce perchè non parte, il quadro si accende, le luci pure, alla fine funziona tutto perfettamente!”
Ben presto vengono richiamati all’ordine e così si mettono al lavoro…
Comunque nemmeno la benzina ci salva, così mi gioco l’ultima carta che non è l’aiuto da casa, visto che la casa è a più di 500 chilometri da qui, ma i cavetti della batteria.
Come andranno messi? Niente paura! C’è Marina che sa tutto e grazie ad un eccellente lavoro di equipe… la moribonda resuscita!

Fabio armeggia con i cavetti…

poi li posiziona diligentemente

il gemellaggio

mi appresto a mettere in moto facendo scongiuri vari
Anche stavolta l’avventura si conclude bene e Marina stappa la sua bottiglia di spumante facendo il bagno anche alla c2.

ce l’abbiamo fatta!!!

Marina stappa la bottiglia di spumante

poi beviamo alla salute della C2

La quiete dopo la tempesta
Saluti, baci, una bevutina e si parte. Flavio, io, Antonella, Silvia e Maria ci fermiamo un’oretta buona in albergo a commentare il concerto in un’atmosfera da pigiama party. Si fanno le tre. Andiamo a dormire… e speriamo che domani la c2 si avvii…

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani