Samsara: il ritorno di Alice

L’artista forlivese torna ufficialmente sulla scena della musica italiana e lo fa con un disco di inediti dal sapore pop.

di Barbara Ferrara – sky.it

Photo credit: Roberta Krasnig

Dopo un’assenza durata ben quattordici anni, Alice torna con un album sorprendente, pieno di grazia, citazioni colte e altro ancora. Il suo ritorno è segnato dalla stessa voglia di uscire di scena dei tempi di Exit, suo precedente disco con cui si è congedata nel 1998. Samsara è il segno dei tempi, scandisce il trascorrere delle stagioni ed è  nel titolo stesso il significato profondo: in sanscrito, samsara si riferisce al flusso incessante della vita.

E se Exit era l’emblema di un grande mutamento interiore ed esistenziale, “si è trattato di un cambiamento che ha coinvolto tutti gli aspetti della mia vita, del resto se si desidera di cambiare non lo si può fare temendo il cambiamento”, Samsara è il risultato di un lungo viaggio dentro di sé che lascia aperte le porte a un ascolto che va oltre le note.

All’album, in uscita il 18 settembre, hanno partecipato nomi illustri della musica italiana, in primis l’artista e amico Franco Battiato che ha scritto per lei la canzone “Eri con me”.

In “Samsara” troviamo più stili, era alla ricerca di qualcosa in particolare?

L’obiettivo era ritrovare le mie radici pop.

Il disco si apre con “Morire d’amore”, piuttosto impegnativo…

E’ una canzone dedicata a Giovanna D’Arco e parla del suo amore profondo che l’ha spinta a darsi. Il nostro amore è spesso egoismo.

Le sue collaborazioni sono sempre state ricercate, quasi mistiche, come nasce l’incontro con Tiziano Ferro?

Cercavo autori giovani con cui relazionarmi in modo nuovo. Avevo chiesto a Tiziano un brano, mi ha risposto subito con due canzoni.

Vi siete visti o avete lavorato come si usa adesso con i file Mp3?

Ognuno ha lavorato separatamente, ma ci siamo costantemente scambiati le idee. Però ci siamo incontrati, abbiamo parlato: per me è stato un scambio molto arricchente.

Non poteva mancare la presenza del suo amico Battiato.

Ci tenevo ad avere una sua canzone ma proprio per il valore che ha per me questo disco volevo un qualcosa di speciale. Gli ho dato come termine di paragone “L’ombra della luce” e lui si è intimorito perché quello è un gran pezzo. Poi mi ha proposto “Eri con me”, mi è piaciuto subito e quindi siamo partiti con gli arrangiamenti.

Ora che succede?

Sto preparando il tour, ho una gran voglia di suonarlo questo disco. Certo che non posso portarmi in giro per l’Italia un quartetto d’archi, e dunque mi farò supportare dalla tecnologia.

Che spettacolo sta preparando?

Ovviamente “Samsara” è il centro del concerto, ma non mancheranno i miei brani storici. E poi mi piacerebbe metterci delle letture che approfondiscano i temi affrontati dalle canzoni. Mi piace stupire.

Alice, dal friulano 
al sanscrito canta “Samsara”

Torna la cantautrice adottata da Tricesimo. Nell’album canzoni di Ferro e di Battiato

di Alberto Zeppieri, Messaggero Veneto

TRICESIMO. «Alice è un emblema di stile e di integrità un esempio di come ci si dovrebbe comportare quando si fa musica: seguendo l’istinto e la passione, assecondando i propri tempi e la propria sensibilità». A dirlo è Tiziano Ferro, che aggiunge: «Scrivere per lei è stata una delle sfide piú stimolanti». Quella del cantautore di Latina non è l’unica grande firma dell’album, che esce oggi in tutta Italia: in Samsara, oltre a due brani di Alice, troviamo composizioni di Francesco Messina, di Mino Di Martino che firma ben quattro brani, dell’amico Franco Battiato (che le regala la canzone Eri con me), oltre a tre cover d’autore: Il cielo di Lucio Dalla, una rilettura in studio della poesia di Totò messa in musica da Giuni Russo (A’cchiù bella) e un brano scovato dal repertorio dei Califfi: Al mattino.

«Mi sono avvalsa di musicisti e collaboratori coi quali condivido gusti musicali da moltissimi anni, in primis Francesco Messina, con cui lavoro dal 1986. Loro sanno realizzare i brani seguendo la mia sensibilità che è anche la loro. Questo album è un gioco di squadra. Poi ci sono stati regali meravigliosi, come i due di Tiziano Ferro» ci spiega Alice.

Samsara (che in sanscrito significa «l’eterno scorrere della vita») è un’osservazione attenta di quanto ci circonda, la cronaca del corso incessante delle cose. Quando si concepisce un progetto cosí importante, viene da chiedersi se l’impegno venga poi ripagato dall’accoglienza del mercato e del pubblico. «Non ho mai inseguito la quantità né pensato di scrivere per il successo o per una posizione economica migliore. La mia spinta motivazionale è sempre stata legata a una necessità di espressione. Cantare è la mia forma piú alta di preghiera».

Un lavoro fatto in assoluta autonomia, sia per le scelte, sia per le tempistiche. «Ho iniziato a produrmi da sola nel 1999, dai tempi di God is my dj (una ricerca del sacro nella musica), ancora sotto contratto con la Warner. Poi ho pubblicato Lungo la strada (2009) e adesso Samsara. Il 30 novembre inizierà da Forlí un tour teatrale, in Italia e poi all’estero. Dopo averla vista a Folkest, viene spontaneo chiederle se la nostra regione ospiterà qualche data. «Me lo auguro. Amo molto il Friuli: l’ho scelto per viverci».

Stare lontana dai riflettori la vede felice: «Ho scelto Tricesimo soprattutto per amore e lasciare Milano è la cosa piú giusta che io abbia fatto. Però mi sento di esortare le autorità a migliorare i collegamenti col resto d’Italia».

Un saluto che accomuni la friulanità «Mandi! Nell’accezione che piú mi piace: lasciandoci nelle mani di Dio».

 

Dopo 14 anni torna Alice 
”Samsara”, il suo nuovo album

La cantante non ha mai smesso di tenere concerti, di pubblicare album con riletture di musiche di altri o live, e nel 2000 è anche tornata per la terza volta al Festival di Sanremo. Ora sperimenta nuove strade musicali
di CARLO MORETTI, Repubblica.it

Ci sono voluti quattordici anni per mettere insieme un nuovo album di inediti, anche se Alice non ha mai smesso di tenere concerti, di pubblicare album con riletture di musiche di altri o live, e nel 2000 è anche tornata per la terza volta al Festival di Sanremo. Per questo forse l’album che esce martedì prossimo, 18 settembre, intitolato “Samsara” (in sanscrito indica il ciclo di vita, morte e rinascita) contiene tante anime e mondi musicali diversi, collaborazioni eccellenti a cominciare da quelle con Tiziano Ferro che ha scritto per lei due canzoni, “Nata ieri” e “Cambio casa”, e Franco Battiato, che firma il brano intitolato “Eri con me”. Cantautrice ma anche interprete sopraffina (splendida la sua rilettura nel disco de “Il cielo” di Lucio Dalla), Alice a 57 anni mantiene la voglia di sperimentare nuove strade musicali e dopo l’uscita del disco partirà il 30 novembre dalla sua Forlì per il tour italiano cui a gennaio farà seguito quello europeo.

Samsara” è un album decisamente vario, sia dal punto di vista musicale sia per i temi che tratta: come lo definirebbe?

«Un microcosmo sonoro, è così che l’ho inteso sin da quando ho cominciato a pensarci più o meno tre anni fa. Ci sono tante emozioni diverse, volevo delle canzoni che in cui ci fossero diversi quadri di vita, anime diverse. A lungo nella mia carriera, diciamo a partire dal 1980 e per quasi venti anni, ho puntato a scrivere e cantare solo canzoni scritte da me o insieme ad altri, ma in questo caso l’aver chiesto ad altri di accompagnarmi nel viaggio significa aver aggiunto ricchezza e umanità all’album, una ricchezza immensa. Tutti noi autori abbiamo delle caratteristiche precise, siamo per forza di cose parziali nelle nostre scoperte, per questo mani diverse e menti differenti possono cogliere aspetti della vita, sfumature di sentimenti che non abbiamo provato o conosciuto direttamente. Parlo sia dell’aspetto compositivo sia di quello produttivo e musicale».

Sembra quasi che le piaccia più cantare canzoni scritte da altri che le sue.

«È vero, mi piace essere un mezzo che dia vita ad emozioni scritte da altri, in quel momento le vivo anch’io per prima. La scelta delle collaborazioni in questo album, da Tiziano Ferro a Franco Battiato, a Mino Di Martino che firma quattro brani (“Morire d’amore”, “Un mondo a parte”, “Autunno già” e “Come il mare”)  dei dodici di cui l’album si compone, è stata semplice, avverto subito se un brano mi rappresenta. Diciamo che è una scelta che si fa da sé».

Il disco si apre con “Morire d’amore”, dedicato alla figura di Giovanna D’Arco, ancora fortissima dopo tanti secoli.

«Una storia straordinaria e una figura affascinante che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’umanità. Molti si fermano alla superficie della giovane guerriera che a 19 anni venne mandata al rogo accusata di eresia dimenticando che si tratta della vicenda di una donna che ha sublimato nel suo gesto l’amore per Dio. Mi tocca molto e la trovo una storia esemplare in questi anni in cui siamo proiettati a vivere l’amore come passione e desiderio di ricevere e mai di dare in maniera incondizionata. Un dono presente in ogni essere umano ma offuscato dal desiderio di possesso e potere».

Nel disco c’è anche la cover di “Il cielo”: un omaggio per la recente scomparsa di Lucio Dalla?

«Purtroppo è diventata un omaggio, l’avevo già scelta due anni e mezzo quando avevo appena iniziato a lavorare all’album. È una canzone eterna, una grande melodia piena di poesia, profondità, semplicità, luminosità e tocca chi l’ascolta come una preghiera. È davvero straordinaria».

Questo album esce a 40 anni esatti dalla sua prima uscita discografica: cos’ha imparato dal suo lungo rapporto con la musica?

«La musica ha segnato passaggi fondamentali nella mia vita, sono stata fortunata a trasformare una passione nella mia professione. Per me la musica non è mai stata finalizzata al successo o al raggiungimento di un traguardo economico, è stata l’aria che respiro, una fonte di vita. Quando dunque nel ’98 mi sono accorta che le pressioni degli ordini commerciali avevano trasformato la passione in una professione che rischiava di soffocare il motore emotivo del cantare, allora ho deciso di fondare una mia etichetta per prendere in mano il timone della mia musica».

Una decisione che a tutti sembrò anticipata dall’ultimo album inciso per una multinazionale, intitolato “Exit”.

«Per la verità “Exit” era l’emblema di un grande cambiamento interiore ed esistenziale. Una delle frasi del brano intitolato come l’album dice: “L’unica via d’uscita è dentro”. È l’apertura che volge lo sguardo all’interno. Però si è trattato di un cambiamento che ha coinvolto tutti gli aspetti della mia vita, del resto se si desidera di cambiare non lo si può fare temendo il cambiamento».

(12 settembre 2012)

 

Lungo la strada 2006-2007 – I musicisti

 

Lungo la strada. 23 dicembre 2006, Trezzo sull’Adda

23 dicembre 2006  Trezzo sull’Adda, Chiesa SS. Gervaso e Protaso

Quante volte nel corso della mia esistenza mi sono chiesta: ma qual è stato il giorno più bello della mia vita? Non ho mai trovato una risposta definitiva. Ogni giorno “scelto” perdeva poi un senso dopo poco tempo, senza che fossi io a volerlo, a deciderlo…
23 dicembre 2006: non so se sarà il giorno più bello della mia vita. Quello che so per certo è che ci si avvicinerà moltissimo e che non perderà mai il suo senso perchè non ci sarà mai nulla che potrà offuscarne l’incantevole ricordo. Quello che so per certo è che è stato il più bel regalo di Natale che abbia mai ricevuto…

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Lungo la strada. 22 dicembre 2006, Milano

22 dicembre 2006  Milano, Basilica di San Marco

22 dicembre: una bellissima giornata, un sole meraviglioso e cielo terso a Milano… tutto sembra contribuire a rendere favolosi questi tre giorni di trasferta. Una giornata dedicata alla fotografia: la mostra di Cartier Bresson la mattina e i tentativi maldestri – ma divertenti – di mettere in pratica gli insegnamenti di un maestro per le strade di Milano:) Fa sempre molto freddo, ma sono felice…
Meraviglioso il concerto, la Basilica gremita di persone… un trionfo per Carla. C’è un pezzo cantato durante questo tour che ha accompagnato ogni ora delle mie giornate milanesi e ne ha costituito la colonna sonora Happiness dei Blue Nile. E’ un pezzo interpretato da Carla con gioia e che trasmette gioia. Lo riporto qui, vale più di mille parole usate per descrivere stati d’animo…

Now that I found peace at last


Tell me, Jesus, will it last?


Now that I found peace at last


Tell me, Jesus, will it last?

The birds are laughing in the trees


It’s only make believe


It’s only love


It’s only love


It’s only love


I Swear

I wanna hold you, and treat you right


The cigarettes, and the morning light


I can do wrong, but I will do right


I see you later 
It’ll be alright, yeah

Now that I found peace of mind


Tell me, Jesus, is it mine?


Now that I found peace of mind


Tell me, Jesus, is it mine?

Birds are laughing in the trees


And in the empty breeze


It’s only love


It’s only love


It’s only love 
I Swear

I wanna hold you, and treat you right


The cigarettes, morning light


I can do wrong, I can do right


I see you later 
Be alright, yeah

Happiness, happiness


Happiness, happiness


I wanted more, but live with less


Live again


Happiness

Now that I found peace at last


Tell me, Jesus, will it last?


Now that I found peace at last


Tell me, Jesus, will it last?


Happiness

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Lungo la strada. 21 dicembre 2006 – Paderno Dugnano

21 dicembre 2006  Paderno Dugnano, Santuario dell’Annunciazione

Che emozione i giorni che hanno preceduto queste date milanesi… un’euforia strana, la sensazione che qualcosa di fantastico stesse per succedere. Li ho sognati tanto questi tre giorni prenatalizi, preparati con cura…e quando è iniziato il viaggio non stavo nella pelle per la felicità.
Prima tappa: Paderno Dugnano. Quanta attesa in quel viaggio… la mente libera, il cuore leggero, i pensieri bui abbandonati sull’autostrada… il sogno che chilometro dopo chilometro diventa sempre più reale…
Paderno non è esattamente un luogo magico… difficile trovare qualcosa da fare in attesa del concerto. Una breve passeggiata, una cioccolata calda in un bar e poi… davanti alla porta del Santuario ad aspettare che aprano le porte. Un freddo terribile, sicuramente accentuato dall’emozione… Un freddo che si scioglie alle prime note… La felicità di essere lì e di non dover ripartire subito dopo il concerto… la felicità di essere nell’unico luogo dove vorrei essere…

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

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Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lungo la strada. 12 dicembre 2006, Reggio Emilia

12 dicembre 2006  Reggio Emilia, Chiesa di San Pietro 

Mi mancavano quei chilometri percorsi in poche ore, la fila interminabile a Incisa con la paura di non arrivare in tempo, le avventure per trovare il luogo dove si tiene il concerto (anche con il navigatore non è sempre semplice…), le notti in autostrada ché la mattina dopo si lavora… Perchè nonostante la stanchezza del giorno dopo, nonostante i commenti di chi mi considera un po’ folle… potrei fare qualsiasi cosa per un’emozione…

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lungo la strada. 6 ottobre 2006, Venezia

6 ottobre 2006  Venezia, Basilica dei Frari -6° Salone dell’Editoria di Pace

E’ difficile scrivere qualcosa quando è passato molto tempo da un evento. Ciò che affiora sono immagini… sensazioni…. Varie vicende mi hanno portata lontana da molte cose… e anche da questo sito. E così adesso che sono qui ad aggiornarlo cerco – con molto piacere – di raccogliere dentro di me e fermare per sempre quei piccoli attimi di gioia infinita…
Di questa giornata ricordo l’emozione di rivedere e riascoltare Carla dopo la sua lunga assenza… Una bellissima giornata di sole, la Venezia più intima e meno turistica, l’odore inconfondibile di questa città magica, la consueta sosta “meditativa” su una delle tante scale affacciate sull’acqua, un frate della Basilica simpaticissimo… E un concerto indimenticabile. Soprattutto indimenticabile la versione di Il sole nella pioggia: la più bella che Carla abbia mai eseguito, secondo me… E poi le parole di Carla dopo il concerto a coronare una giornata meravigliosa incastonata come un gioiello nella città delle fiabe…

Programma

Gli ultimi fuochi – Alice. Charade 1995

La recessione – Pasolini / Di Martino. Mezzogiorno sulle Alpi 1992

Febbraio – Pasolini – Di Martino. Viaggio in Italia 2003


‘A‘cchiù bella – De Curtis/ Russo / Sisini. Napoli che canta 2004 (Giuni Russo) 

Dammi la mano Amore – Alice. Charade 1995


1943 – Di Martino. Exit 1998


Auschwitz – Guccini. Viaggio in Italia 2003


Tempo senza tempo – Camisasca. Il sole nella pioggia 1989

Visioni – Camisasca. Il sole nella pioggia 1989

Nel resto del tempo – Messina/Alice. Charade 1995


Nomadi – Camisasca. Park Hotel 1986

Il sole nella pioggia – Camisasca. Il sole nella pioggia 1989

Il contatto – Alice. Exit 1998

Anin a gris – Di Gleria/Liverani. Il sole nella pioggia 1989

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

Foto di Cristina Paesani

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Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli

Foto di Flavio Francescangeli