Piazza Transalpina
Cronache friulane ovvero “Abbandona l’Io e abbraccia l’Universo”
Racconto a quattro mani – seconda parte
12 maggio 2007
Sabato mattina colazione nella pasticceria di Palmanova… due cialde che racchiudono un letto di cioccolata e panna montata… un ottimo modo per iniziare la giornata:)
Flavio, Maria ed io partiamo poi con destinazione Postumia, dove andiamo a visitare le grotte e il castello di Predjama.
Il tempo è piuttosto grigio, ma non fa freddo. Arrivati a destinazione cercando di interpretare i cartelli stradali in lingua slava (Roberto ci abbandona subito dopo la frontiera) e dopo aver sbagliato l’entrata in autostrada, ci prepariamo per la visita alle grotte.
Avendo letto prima di partire che la temperatura all’interno è di 10°C Flavio e Maria portano con sè giacche e maglioni. In realtà Flavio mi aveva ripetuto più volte di portare con me qualcosa di pesante per la visita alle grotte, ma io che, come è noto, ho problemi non solo di udito, ma anche di ascolto del prossimo, mi presento vestita con una canottiera e un giubbino di pelle (il giaccone pesante invece meglio lasciarlo nell’auto parcheggiata davanti a casa di Maria…).
Così comincio a imprecare contro me stessa e la mia sbadataggine. E’ a questo punto che Maria (di qui in poi “la filosofa”) ci regala una perla della sua saggezza “Crissi! Abbandona l’Io e abbraccia l’Universo!”. Ecco spiegato dunque il titolo di questo racconto:). Poi i due nemici del mio ego, con fare a dir poco sprezzante, quasi mi lanciano un maglione…
Prima di entrare nelle grotte, decido di entrare appieno nella parte della turista e prendo a nolo una graziosissima mantellina verde militare dotata di cappuccio per potermi riparare dal freddo delle caverne…
La visita è piuttosto interessante anche se alcuni particolari lasciano un po’ a desiderare. Ma la natura ci rivela i suoi lati meravigliosi.
Un trenino che sfreccia a velocità forse un po’ troppo elevata per essere una visita alle grotte, ci porta sino al punto in cui incontreremo la nostra guida, ma prima di ciò veniamo raggruppati per nazionalità e questo in quel luogo fa un po’ un effetto campo di concentramento…
La nostra guida ci spiega qualcosa, poco per la verità, sulla modalità di formazione di stalattiti e stalagmiti. Ci parla poi del principe delle grotte: il Proteus. Si tratta di un amabile animaletto cieco di colore chiaro, in realtà un anfibio che ricorda una lucertola nella forma. Bene, questo Proteus, ci spiega la guida, vive anche 100 anni, può digiunare per 9, e non si sa bene come si riproduca.

Proteus – Foto tratta dal sito http://www.lifeclass-postojna.com
Per una serie di ragioni che non sto a spiegare, viene scelto come mascotte ufficiale di un nuovo club a cui sembra possa iscriversi un discreto numero di persone: il Club del Proteus (per info e modalità d’iscrizione rivolgersi alla Filosofa, che ha ispirato il tutto)…
Finita la visita ci apprestiamo a risalire sullo stesso trenino dell’andata ma, complice la ressa, il trenino parte e Flavio e la Filosofa mi abbandonano sola soletta nel mio “vagoncino” restando sulla banchina e accennando un sadico “Ciao Chicca!”. Loro ritengono che sia stata io ad abbandonarli, fatto sta che li guardo mentre il treno corre via e mi dicono poi che avevo uno sguardo da cucciolo abbandonato sull’autostrada.
Mi ritrovano all’uscita, già immersa tra bancarelle e negozietti vari in cerca di qualche gadget e di una magliettina con annesso Proteus.
Così, disquisendo sulle abitudini del Proteus, sul mio Ego smisurato, sull’Universo ed altre amenità ci concediamo una pausa pranzo con un panino ciascuno. Flavio è attratto da una scritta sul menù, “cevapcici” (specialità culinaria di quelle parti), una sorta di salsicciotti di carni di maiale e manzo molto speziate… ma preferisce restar leggero e ci rinuncia. Non l’avesse mai fatto! Cevapcici gli piace troppo come suono e per non dimenticarlo lo pronuncia continuamente durante il resto della giornata e del giorno successivo rischiando di causare gravi scompensi psichici alla Filosofa, già provata dalla nostra presenza e dal mio Ego).
Ultima tappa della gita in Slovenia il castello di Predjama, abbarbicato su una parete rocciosa verticale, ed in qualche modo immerso in un teatro naturale dove uccelli e grilli cantano senza sosta rallegrando i nostri animi.
Infine si torna a casa, ma Roberto, forse sotto gli effetti del vinello, continua a ripetere “tornate indietro quando potete, poi prendete l’autostrada” Non se ne può più! La Filosofa – inneggiando a una rivoluzione femminista – mi impone di licenziarlo, pena il suo esaurimento nervoso… E così, mio malgrado, decido di assumere Chiara come nostra nuova guida. Appena passato il confine la Filosofa ci porta a vedere la piazza dove si terrà il concerto di domani, non ci sembra un granchè ad una prima occhiata… La serata si conclude in un ottimo ristorante friulano dove gustiamo un’abbondante (e buonissima!) cena dimenticando per un po’ le abitudini del nostro amico Proteus… |
13 maggio 2007 Il sole ci fa ben sperare per la giornata e per il concerto in piazza a Gorizia (anche se abbiamo capito che il tempo è variabilissimo da queste parti e la Filosofa ci conferma che a volte a Palmanova piove e a S.Maria La Longa – qualche chilometro più in là – splende il sole… Dopo la colazione nell’ottima pasticceria, decidiamo di dare una ripulitina all’auto di Maria. Sì perchè in realtà di auto aveva ormai ben poco… Di lì a poco, infatti, ci sarebbero cresciute delle piantine…Ci armiamo dunque di aspirapolvere, spugne, straccetti e tubo e alla fine otteniamo un risultato apprezzabile per lo sforzo profuso nel tentativo di rendere giustizia alla Pluriel. |
Nel primo pomeriggio Flavio ed io partiamo alla volta di Gorizia, mentre la Filosofa decide di fermarsi ancora un po’ a casa per raggiungerci più tardi…
A Gorizia visitiamo (un po’ di corsa) il castello, molto suggestivo e ben tenuto. In questo luogo si è appena inaugurata anche una mostra. Ci colpisce un phon acceso in un secchio d’acqua… Sarà un’opera d’arte? Ci chiediamo entrambi…
Ci dirigiamo quindi verso Piazza Transalpina.
La piazza non è bellissima da un punto di vista architettonico, ma ha una particolarità che ci fa capire anche il significato del nome dato alla serata Concerto sul confine. Su questa piazza, infatti, si trova il confine tra Italia e Slovenia e dove un tempo c’era un recinto ora si trova una sorta di “tombino” rotondo con le scritte Italia e Slovenia nei due semicerchi, nel mezzo una riga. Ci accorgiamo così che il palco è situato esattamente a metà tra i due Stati.
Il significato di quella piazza rende molto suggestivo il luogo del concerto…
Sono le 16,30 e mi posiziono addosso alla transenna. Il sole mi accarezza il viso e mi sento in pace con me stessa e con il mondo…
Flavio invece comincia a risentire del caldo e i suoi neuroni iniziano a mostrare segni di cedimento:)
Intanto sul palco prova il cantante atteso da tutti, Oliver Dragojevich: capelli bianchi, stile melodico, a quanto pare molto amato in Slovenia. Noi restiamo lì, alla transenna, in attesa delle prove di Carla, ma lo scorrere del tempo ci fa presagire delle prove molto brevi… Infatti sarà così, solo un quarto d’ora per il sound check della voce e per ascoltare il coro eseguire alcune parti delle canzoni che Carla canterà. Nell’attesa mi fermo a parlare con Alberto Tafuri. Si augura che possa realizzarsi l’idea di un tour autunnale con l’orchestra… Già, sarebbe meraviglioso… Ma voglio riportarvi le sue parole sulla serata che ci attende, parole che restano incise in me: “quando ascolto tutte queste “stelline” mi rendo conto di quanto io sia fortunato a lavorare con un gigante come Carla. Non c’è nulla da fare, quando arriva lei e intona Prospettiva Nevski tutto il resto tace”… Non c’è bisogno di commenti… Il palco a questo punto è affollatissimo, l’orchestra, il coro composto da almeno una cinquantina di giovani, i microfoni, i monitor… |
Verso le 20 inizia il concerto. Apre di nuovo Zaira Zigante, poi Martina Feri, quindi Predin che stasera parla solo in sloveno, ma ormai siamo preparati sul suo repertorio… e inoltre Flavio ha la “fortuna” di avere accanto a sè un abitante del luogo che ha voglia di socializzare e traduce di volta in volta quello che dice Predin. Io mi sto letteralmente addormentando, ma ad un certo punto decido di reagire e mi abbandono a una danza scatenata sulle note del Predin. La filosofa mi guarda in preda allo sconcerto… Fa varie ipotesi su questa mia reazione: ho forse deciso di prendere la cittadinanza slovena? Ho assunto una dose doppia di Prozac? Nulla di tutto ciò. Che si tratti invece del tanto agognato abbandono dell’Io? Ma ci siamo… finalmente è il momento di Carla. Siamo un po’ preoccupati per l’ambiente, si sente il brusio di gente che cammina più in là, a lato del palco, non ci sembra il luogo adatto per Carla, ma siamo qui… Ed è bello esserci sempre… Carla appare molto solare anche stasera e uno dopo l’altro canta i 7 brani scelti, lasciandoci addosso emozioni che porteremo con noi fino al prossimo concerto… Rispetto alla serata di Maniago, la novità è costituita dal coro che incanta ed emoziona… Finita la sua esibizione ci apriamo un varco nella folla che è in attesa di Dragojevich e andiamo a salutare Carla. Ci accoglie con un sorriso e ci regala un altro di quei momenti magici che non scorderemo mai… Flavio è in estasi, io sono ormai pronta ad abbracciare l’Universo:) Poi i due moschettieri (Flavio e la Filosofa) mi trascinano via… già… anche io devo aver subito gli effetti dell’insolazione pomeridiana, visto che vorrei fermarmi ancora ad ascoltare la canzone “Malinconia” di Dragojevich. Niente da fare… i due, complici, me lo proibiscono… Ci fermiamo in una pizzeria, ognuno immerso nei suoi pensieri, nelle sensazioni vissute nell’intimo… Il Proteus torna nei nostri discorsi più o meno seri, insieme all’Io e all’Universo… ai cevapcici, alla tresca tra Chiara e Roberto… |
Tre giorni splendidi si concludono. Non ci resta che un lungo ritorno a casa…